La
guerra in Ossezia del Sud nel 2008 ha causato una serie di cambiamenti
nella geopolitica regionale del Caucaso: la crisi ha infatti influenzato
direttamente le relazioni tra le due maggiori potenze locali, ossia la
Russia e la Turchia. Il tutto a distanza di anni non sembra essere del
tutto mutato: Ankara guarda al Caucaso come ad una delle sue naturali
proiezioni geopolitiche, nell’ottica della conquista e del
consolidamento del suo spazio vitale. La Georgia è il suo maggior
partner commerciale nell’area, e ora che si avvicinano le elezioni
politiche, lo stato di Tbilisi deve scegliere da quale parte stare: se
accettare l’invasione economica turca o schierarsi verso una visione
anti-ottomana e filorussa.
IL PRE-OSSEZIA… – Quanto accaduto prima della guerra nel Sud del Caucaso
del 7 agosto aveva legittimato Ankara a seguire una politica piuttosto
ambigua nella regione, comportamento accentuato dallo stallo verosimile
dei conflitti locali e dal comportamento russo relativamente cauto. La
Turchia ha sempre mantenuto da parte sua l’interesse geopolitico nel
preservare un certo pluralismo nell’area ex sovietica in
generale, e nel sud del Caucaso in particolare. Politicamente, questo
tipo di pluralismo significava il rafforzamento delle sovranità degli
stati regionali, anche attraverso il contenimento della crescita
dell’influenza russa nel Caucaso e lo sviluppo dei rapporti tra i paesi
del sud del Caucaso e le organizzazioni euro – atlantiche;
economicamente, grazie alla costruzione di pipelines
attraverso il Caucaso in grado di versare idrocarburi del Mar Nero sul
mercato mondiale, bypassando la Russia. L’obiettivo strategico turco era
quello di massimizzare la dimensione economica del pluralismo per
trasformare il paese in uno dei maggiori hub di transito energetico.
D’altro canto, però, la Russia resta il maggior partner energetico
turco. L’ambiguità sta appunto nel ruolo ambivalente di partnership
multidimensionale che Ankara deve conservare con la Russia, senza però
scontentare i paesi del Caucaso.
ED IL POST – OSSEZIA - La guerra nel 2008 ha cambiato molte cose tra Russia e Turchia:
tra i tanti fattori il fatto che Mosca includa il Caucaso tra i suoi
interessi privilegiati, e che la Turchia sia un vicino privilegiato.
Ankara inoltre potrebbe risentire particolarmente di un eventuale crollo
dello status quo nel Caucaso. Da non dimenticare la necessità
per la Turchia di non inimicarsi partner energetici come la Russia, a
lei utili se vuole continuare a guadagnare in termini di ranking
economico (leggasi “divenire potenza mondiale”). Il dubbio georgiano di
un’invasione turca è dunque legittimo: ad aggiungersi è il fattore religioso,
dato che Tbilisi si sta impegnando a negoziare la restaurazione di
alcune sue chiese in territorio turco, a condizione però che a Batumi si
costruisca una moschea.
di Alessia Chiriatti
Fonte: Il Caffè Geopolitico
27 settembre 2012
Nessun commento:
Posta un commento