Fonte: PressEurop
Di fronte all'ostruzionismo dell'Ue alla domanda di adesione di
Ankara, il premier turco comincia a valutare l'ingresso nella Sco,
l'organizzazione che comprende Russia e Cina. Una mossa ancora
improbabile, ma che potrebbe avere conseguenze imprevedibili.
di Sami Kohen ( Traduzione Anna Bissanti)
Quando nel luglio scorso è stato intervistato
dalla tv turca Kanal 24, il primo ministro Recep Tayyip Erdogan aveva
accennato a quando Vladimir Putin gli aveva chiesto in tono scherzoso:
“Perché siete ancora interessati all’Europa?”. Erdogan gli aveva
risposto (“non senza humour”, tiene a precisare): “Permetteteci di
entrare nell’Organizzazione di Shanghai per la cooperazione (Sco) e
lasceremo perdere l’Unione europea”.
Venerdì 25 gennaio sulla medesima emittente Erdogan è ritornato sullo stesso tema,
solo che questa volta non scherzava affatto. Ha fatto intendere che sta
valutando sul serio l’ipotesi di abbandonare l’obiettivo dell’Unione
europea per aderire alla Sco. Ha anche sottolineato che la Turchia
condivide valori comuni con i paesi membri di questa organizzazione che
si delinea come un’alternativa all’Ue, e ha affermato che “il gruppo dei
cinque di Shanghai è migliore e più forte”.
Anche se queste parole sono state pronunciate a braccio in
televisione, riflettono chiaramente le intenzioni del primo ministro. La
prima alternativa di un Erdogan scoraggiato dal processo di adesione
all’Ue è il gruppo dei “cinque di Shanghai”, diventati sei nel 2001 (ne
fanno parte Russia, Cina, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e
Uzbekistan). L’organizzazione promuove la cooperazione nei settori della
sicurezza, dell’energia, del commercio e della politica.
La Turchia non gode dello status di osservatore, ma ha appena
ricevuto quello di “partner di dialogo”. Erdogan fa intendere che il suo
paese potrebbe aderire alla Sco insieme a Pakistan e India. Questa
uscita potrebbe essere soltanto un mezzo per costringere l’Ue a uscire
dall’ambiguità e a prendere una volta per tutte una decisione sul
progetto di adesione della Turchia. Ma la sua dichiarazione mostra anche
che se l’Ue non farà nessun passo avanti, Erdogan è più che deciso a
mettere il progetto di adesione alla Sco in cima alle priorità della
politica estera turca.
Si tratta naturalmente di un argomento che richiede parecchie
riflessioni e approfondimenti, tanto più perché potrebbe avere come
conseguenza un cambiamento radicale di rotta per la Turchia, che
volgerebbe le spalle all’ovest per guardare a est e che si ritroverebbe
in una posizione inedita, tanto sul piano interno che estero. Resta in
ogni caso da capire se Russia e Cina siano davvero disposte ad
accogliere nella loro organizzazione la Turchia, membro della Nato e,
in caso affermativo, se a sua volta la Nato accetterebbe tale
situazione.
La vera questione è capire se la Sco costituisce veramente
un’alternativa migliore per la Turchia, a maggior ragione perché l’Ue,
malgrado la crisi che vive ancor oggi, conserva un’innegabile
superiorità in tutti gli ambiti, per esempio i valori democratici e
l’integrazione economica. Certo, non è insensato che la Turchia
collabori con organizzazioni come la Sco, ma sarà opportuno valutare
bene le conseguenze di volgere le spalle all’occidente. Di certo la
questione non fa più ridere.
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