domenica 30 settembre 2012

La Csu bavarese alza il tiro sull’Esm

Angela Merkel si trova nella situazione paradossale di essere spinta dai suoi alleati di governo ad essere ancora più intransigente di quanto già sia nella linea del rigore perseguita all’interno dell’Unione europea.
Ad aprire il fuoco su possibili cedimenti verso i Paesi cicale dell’area Sud è stato il ministro delle Finanze della Baviera, Markus Soeder, esponente della Csu, la democrazia cristiana bavarese, alleata della Cdu e della Fdp nel governo Merkel. Una Csu che da sempre governa la cattolicissima Baviera e che rappresenta per la Cdu, che è un partito su base nazionale, un punto fisso dal quale non si può prescindere.
Per Soeder quindi la linea del rigore imposta a Paesi come Spagna, Portogallo, Grecia e Italia va più che bene. Ma adesso che la Corte Costituzionale di Karlsruhe ha dato il via libera alla firma da parte del Bundestag del trattato sul nuovo fondo salva Stati, l’Esm, la Germania deve fare sentire maggiormente la sua voce per impedire che qualcuno sgarri. Il sì tedesco era l’ultimo che mancava per permettere all’Esm di comprare i titoli decennali come i Btp italiani e i Bonos spagnoli quando il differenziale di rendimento (spread) con i Bund tedeschi raggiunga livelli eccessivi, mettendo in pericolo la stabilità dello stesso sistema di moneta unica. La Corte ha però fissato un preciso limite alla contribuzione tedesca alle disponibilità di liquidità dell’Esm che non potrà superare i 190 miliardi di euro, che rappresenta il tetto complessivo. Gli altri 310 miliardi sono fatti di garanzie. Ma questo alla Csu non basta. E quindi Soeder ha affermato che la Bundesbank, il cui presidente Jens Weidmann, siede nel direttivo dell’istituto centrale di Francoforte, dovrebbe avere un diritto di veto sulla concessione di aiuti ai Paesi in crisi da parte della Bce e dell’Esm. Soeder, una somiglianza con il leghista Salvini, ha già fatto parlare di sé, profetizzando per l'Italia la stessa fine della Grecia. A suo avviso, per il bene della Germania, Atene dovrebbe uscire dall'euro. Inoltre ha insistito, il Bundestag, prima di votare l'approvazione alla richiesta di aiuti ad un Paese in crisi, dovrebbe chiedere una perizia della Bundesbank, visto che i programmi di aiuti sono così complicati che nessuno riesce a capirne il significato.
Soeder ha ricordato che la Bundesbank rappresenta l'istituzione di cui i tedeschi si fidano di più e di conseguenza anche quella che molti politici dei Paesi cicale e indebitati vedono con scetticismo e con fastidio. Il politico bavarese, con un occhio rivolto alle elezioni dell’anno prossimo, ha lamentato che la Bce abbia modificato alla chetichella il suo mandato di garante della stabilità dei prezzi nell’eurozona e si stia evolvendo sempre più come un finanziatore degli Stati in difficoltà. Scontata la conclusione. Non si può più sostenere il principio di un voto per ogni Paese rappresentato nel consiglio dei governatori della Bce. Bisogna allora cambiare il peso della rappresentanza secondo il modello dell'Fondo monetario internazionale. Deve decidere chi garantisce e chi paga di più. Quindi la Germania.

di  Filippo Ghira
Fonte: www.rinascita.eu
28 settembre 2012

Nessun commento:

Posta un commento