lunedì 2 dicembre 2013

Stop al programma nucleare Iraniano

Fonte: http://www.echeion.it/

di LUCA SGARRO

È un accordo che troveremo sui libri di storia quello siglato nei giorni scorsi a Ginevra.
Le potenze internazionali del 5+1 e l’Iran hanno finalmente trovato un accordo che bloccherà il discusso programma nucleare iraniano per almeno sei mesi, una piattaforma temporale dalla quale potranno riavviarsi definitivamente le relazioni fra l’ Occidente ed il paese sciita per eccellenza che, dagli anni successivi alla “rivoluzione islamica” del ’79 sono diventate via via sempre più aspre.
L’accordo è un trampolino di lancio che lascia il respiro temporale necessario per raggiungerne uno più generale e definitivo in futuro, nel frattempo l’Iran (che ha ereditato il suo programma nucleare da un progetto americano dai tempi di Eisenhower, ndr) si è impegnato ad interrompere il potenziamento di uranio sopra il 5%, a non aggiungere altre centrifughe, a neutralizzare l’uranio arricchito al 20% ed a sospendere l’arricchimento delle riserve di uranio per i prossimi 6 mesi oltre che dare la possibilità a diversi ispettori di monitorare che i patti vengano rispettati.
Esistono diverse motivazioni che hanno spinto il Presidente iraniano Rohani ad accettare queste condizioni, a partire dalla possibilità di avere un allentamento delle numerose sanzioni economiche che nel corso degli anni hanno esponenzialmente messo in crisi la Repubblica islamica rendendola suscettibile di rivolte interne.
Le aperture verso Occidente dell’Iran sono, inoltre, una reazione all’isolamento che negli anni ha eroso lo status regionale di cui godeva, con il tentativo di ritornare ad essere quello Stato brillante di un tempo potendo riproporre i propri prodotti (anche culturali) sul mercato vicino-orientale.
Dall’altra parte della barricata diplomatica, gli Stati Uniti rimangono i grandi interessati ad una conclusione positiva della vicenda, al punto da scomodare le opinioni negative interne e dei propri alleati, tra cui Israele.
La tenacia nel portare a termine i negoziati in proprio favore è spiegabile innanzitutto con la volontà di scongiurare l’avanzata di Russia e Cina nella “zona rossa” d’Oriente, in secondo piano c’è la consapevolezza delle immense risorse energetiche ed economiche iraniane da cui poter trarre profitto includendo il “nuovo” Iran in molti tavoli negoziali con piani di investimenti esteri. In ultima istanza, troviamo la volontà di collocare la Repubblica Iraniana ad arbitro della situazione medio-orientale come attore indispensabile per l’ottenimento di un equilibrio regionale.
Le motivazioni statunitensi, ad oggi, hanno sempre la meglio su quelle di chiunque altro. Se l’Iran continuerà a rappresentare fonte di grande interesse per gli U.S.A. come lo è oggi, i negoziati probabilmente continueranno sulla strada intrapresa a Ginevra.

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